Coronavirus, operai edili a rischio «Da chiudere i cantieri insicuri»

Dalla Filca Cisl di Roma e Lazio diffide per il prosieguo dei lavori senza le necessarie misure di sicurezza. Allarme anche nella zona di Frosinone. In provincia di Rieti positivo al Covid-19 un lavoratore impegnato nel cratere della ricostruzione post sisma di Rinaldo Frignani

Lavorare in un cantiere edile ai tempi del coronavirus può rappresentare un pericolo per gli operai che si trovano a dover fronteggiare l’epidemia senza le necessarie misure di sicurezza. «Dobbiamo garantire la salute degli operai edili, sia nei cantieri sia in tutta la filiera delle costruzioni, dove diventa complicato poter applicare lo strumento dello smart working. Per questo come Filca Cisl di Roma chiediamo che si chiudano i cantieri se non si è in grado di garantire la sicurezza dei lavoratori, ed è davvero difficile che ci si riesca, come da esplicita ammissione anche dell’Associazione dei costruttori, visto che il cantiere edile è caratterizzato da spazi angusti e dal lavoro di squadra». L’annuncio arriva da Nicola Capobianco, segretario generale Filca Cisl romana, per il quale «la tutela dei lavoratori viene al primo posto, possiamo e dobbiamo attivare da subito gli ammortizzatori sociali esistenti per dare un sostegno economico ai lavoratori e alle loro famiglie e una boccata di ossigeno ad aziende già in estrema difficoltà a causa della crisi. Per questo – prosegue Capobianco – chiediamo la chiusura di tutti i cantieri sino a quando non si è in grado di garantire le condizioni di sicurezza. Non è pensabile che i lavoratori siano costretti a chiedere giornate di ferie, permessi e addirittura aspettative non retribuite pur di non andare a lavorare per paura di ammalarsi, questo non è giusto».

«Apprezziamo – riconosce il sindacalista – i ringraziamenti della sindaca Virginia Raggi per i lavoratori della Metro C, al lavoro nonostante la paura di contagi cosi come tantissimi altri lavoratori, ma come sindacato abbiamo il dovere di intervenire e di chiedere la tutela e la salvaguardia degli operai che quotidianamente ci stanno chiamando per chiedere come devono comportarsi e quali strumenti di difesa hanno per tutelarsi di fronte ad un nemico invisibile e molto pericoloso come il coronavirus. Se si vogliono salvare le vite umane, si abbia il coraggio di prendere una decisione: bloccare tutti i lavori per salvare i lavoratori. Di fronte ad una vita, non bisogna perdere tempo, non c’è infrastruttura che tenga. Salvare i lavoratori edili è un dovere al quale tutti sono chiamati».

Sulla stessa lunghezza d’onda del resto Attilio Vallocchia, che oltre a essere il segretario generale della Filca Cisl di Frosinone, è anche il vice presidente della Cassa Edile locale. «Bisogna chiudere i cantieri insicuri – ribadisce – se non ci sono le condizioni per rispettare e assicurare le regole di sicurezza agli operai edili che lavorano nei cantieri, fin quando non verranno poste in essere tutte le azioni previste dall’ultimo decreto per l’emergenza sanitaria e dall’intesa di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nei posti lavoro fra governo, Cgil, Cisl e Uil, pur sapendo che tale decisione determina forte ripercussioni a livello economico».

Fabio Turco, segretario generale Filca Cisl Lazio, si appella «a tutte le associazioni datoriali del settore delle costruzioni del Lazio per aiutarci in questa corsa contro il tempo. Sappiamo bene che il cantiere edile non è una fabbrica e diverse tipologie di lavoro non riescono a garantire il rispetto delle norme di sicurezza dettate dal protocollo sottoscritto dalle parti sociali e dal Decreto del 17 marzo. Siamo consapevoli che dobbiamo garantire lavorazioni di manutenzione essenziali, ma dobbiamo avere il coraggio di chiudere momentaneamente tutti quei cantieri che mettono a rischio la salute dei lavoratori e delle loro famiglie». E Francesco Agostini, segretario generale Filca Cisl Lazio Nord, chiede invece «ai lavoratori di vigilare e segnalarci eventuali rischi. Siamo pronti a dare la massima assistenza anche attraverso i nostri rappresentanti dei lavoratori territoriali: dobbiamo fermare tutte quelle lavorazioni che non sono urgenti e che possono diventare veicolo di diffusione del virus, garantendo occupazione e salario dei lavoratori attraverso le nuove misure messe in atto dal governo in materia di ammortizzatori sociali. Chiediamo alla Regione Lazio, attraverso l’ufficio speciale per la ricostruzione, di prendere provvedimenti coraggiosi sui cantieri del cratere nel reatino, che tutelino imprese e lavoratori (Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Borbona, Borgo Velino, Cantalice, Castel Sant’Angelo, Cittaducale, Cittareale, Leonessa, Micigliano, Poggio Bustone, Posta, Rieti, Rivodutri)». Agostini segnala poi «seri problemi a partire dal reperimento dei dispositivi di protezione che prevengano il contagio del Covid-19 , come guanti e mascherine, e le imprese hanno difficoltà nel reperimento dei materiali per le lavorazioni, inoltre nell’ area cratere insiste un’enorme numero di lavoratori che provengono da diverse regioni d’Italia , tra cui quelle più colpite dalla epidemia, e come se non bastasse siamo venuti a conoscenza di più di un caso di positività fra i lavoratori impegnati nelle opere di ricostruzione post sisma. Oggi la preoccupazione principale è che si evitino tutti quegli atteggiamenti che possono diventare veicolo di contagio, pertanto richiamiamo imprese e lavoratori ad osservare nel dettaglio le misure indicate nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro».

Stampa
Follow by Email
Twitter
Visit Us

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *