“È arrivato finalmente all’epilogo il caso della Roma-Latina, un caso emblematico che fa da specchio a quel che oggi è la situazione dell’Italia. Questa opera ha visto la nascita di Autostrade Del Lazio nel 2008, la progettazione della gara attraverso un Project Financing nel 2011, lo svolgimento della gara nel 2016 con conseguente aggiudicazione al Consorzio Italo-Spagnolo Sis, il conseguente ricorso da parte di Salini-Pizzarotti-Astaldi-Ghella nel 2017 al Tar del Lazio che però ha confermato regolare la gara, ed il recente Consiglio di Stato che con sentenza del 13 Settembre 2018 ha reso nulla la stessa gara. Nel bel mezzo l’opera è stata terreno di confronto politico aspro e spesso inutile, nelle recenti elezioni regionali, ed ora si riparte da zero. La Filca Cisl di Latina, la Cisl Confederale di Latina, e tutte le associazioni sindacali e datoriali, Ance di Latina in testa, attraverso una serie di mobilitazioni iniziate il 26 Giugno 2017 con il “Presidio per lo sviluppo di Latina” (Filca e Cisl) e culminate il 22 Febbraio 2018 con gli “Stati generali dell’edilizia di Latina”, hanno raccolto presso la popolazione il consenso unanime per La Roma-Latina e mobilitato la società civile. Questa società civile appartiene, vive e cerca di rendere prospero un territorio, quello della provincia di Latina, che negli ultimi dieci anni ha visto dimezzare (da 10722 nel 2007 a 5170 nel 2017) il numero degli operai presenti in Cassa edile di Latina, con una perdita di lavoro stabile e regolare che ha investito il settore dell’edilizia in tutta Italia, ma che in questa provincia, povera di investimenti infrastrutturali da parte dei Comuni e bloccata anche da episodi di corruzione, ha esposto i lavoratori da noi rappresentati a fenomeni di illegalità, che vanno nel migliore dei casi al dumping contrattuale, fino ad arrivare al lavoro nero ed alle conseguenti morti bianche, con un incremento dei casi di infortunio dell’11% nell’ultimo anno. Le recenti esperienze ci dimostrano che mediamente per cantierizzare un’opera in Italia sono necessari 15 anni di cui i primi 8 occorrono solo al disbrigo della burocrazia. Oggi per la provincia di Latina, per i lavoratori e le aziende di questo territorio, non è possibile aspettare così tanto. La gente di questo territorio ha già fatto emergere questa provincia dalla palude, ed è ora nostro compito portare al di fuori di questa palude legislativa e normativa un’opera necessaria, vitale e fondamentale per lavoratori ed aziende, per turismo ed attività sociali. Chiediamo pertanto, come Filca e come Cisl, con forza ed attraverso la creazione di un tavolo, un confronto serio con la Regione e L’Anas, per aprire prima possibile questo cantiere Roma-Latina e Cisterna-Valmontone, riservandoci già da subito la mobilitazione delle persone da noi rappresentate e della società civile tutta, qualora non fosse ascoltata la sofferenza di questo territorio; dei proclami ci siamo stancati”.